sabato 11 maggio 2013

METODO DI STUDIO




C’era una volta un boscaiolo che si presentò a lavorare in una segheria. Il salario era buono e le condizioni di lavoro ancora migliori, per cui il boscaiolo volle fare bella figura. Il primo giorno si presentò al caporeparto, il quale gli diede un’ascia e gli assegnò una zona del bosco. L’uomo, pieno di entusiasmo, andò nel bosco a fare legna. In una sola giornata abbatté diciotto alberi. “Complimenti” gli disse il caporeparto. “Và avanti così”. Incitato da quelle parole, il boscaiolo decise di migliorare il proprio rendimento il giorno dopo. Così quella sera andò a letto presto. La mattina dopo si alzò prima degli altri e andò nel bosco. Nonostante l’impegno, non riuscì ad abbattere più di quindici alberi. “Devo essere stanco” pensò. E decise di andare a dormire al tramonto. All’alba si alzò deciso a battere il record dei diciotto alberi. Invece quel giorno non riuscì ad abbatterne neppure la metà. Il giorno dopo furono sette, poi cinque, e l’ultimo giorno passò l’intero pomeriggio tentando di segare il suo secondo albero. Preoccupato per quello che avrebbe pensato il caporeparto, il boscaiolo andò a raccontargli quello che era successo, e giurava e spergiurava che si stava sforzando ai limiti dello sfinimento. Il caporeparto gli chiese “Quando è stata l’ultima volta che hai affilato la tua ascia?”. “Affilare? Non ho avuto il tempo di affilarla: ero troppo occupato ad abbattere alberi”.


Tratto da:
Jorge Bucay, Lascia che ti racconti


La motivazione, quindi, non è tutto!

Studiare è un percorso a tappe:

  1. CONOSCERE E COMPRENDERE: all'inizio ci vuole sempre una prima conoscenza di ogni argomento, ma subito occorre rendersi conto di aver già capito le cose essenziali, prima di procedere oltre (altrimenti... si rischia di sommare incomprensioni a incomprensioni).
    Perciò non bisogna vergognarsi di chiedere spiegazioni a chi ne sa più di noi, per eliminare ogni dubbio che abbiamo.
  2. MEMORIZZARE: cioè sistemare nei magazzini della memoria tutto ciò che abbiamo conosciuto. Il "sapere" è la somma di due azioni: capire più ricordare.
  3. COLLEGARE LE CONOSCENZE: cioè creare legami e mappe tra le conoscenze e non studiare a "cassetti chiusi". Occorre imparare a studiare "con il cervello aperto", cioè a ricercare collegamenti tra le nozioni e tra i concetti, per ampliarli ed arricchirli. Un argomento di storia, ad esempio, non deve essere imparato solo per la lezione di storia, ma devi cercare di "legarlo" a ciò che già sai, a collegarlo con altre letture, ad altri argomenti (di scienze, di geografia,...).
    Così tu avrai più cose da dire, da aggiungere, da spiegare e non risponderai alle domande dell'insegnante come a dei quiz a premi, ma, soprattutto, avrai arricchito le tue conoscenze.
  4. SAPER SPIEGARE: cioè allenarsi a saper comunicare agli altri in modo comprensibile ciò che sappiamo; ci sono persone molto istruite (dottori, scienziati, professori universitari) che conoscono in modo approfondito la loro materia e che sono bravissimi nella loro professione, ma che non sanno rispondere in modo comprensibile alle domande che vengono loro rivolte; essi usano un linguaggio non adatto a farsi capire e non riescono ad essere chiari e semplici.
    Se tu ti allenerai a ripetere e a spiegare gli argomenti che studi, non solo li avrai capiti meglio, ma saprai usare il linguaggio adatto per rispondere alle domande degli altri.
PER APPROFONDIMENTI:

http://www.atuttascuola.it/allegati/didattica/didattica/metododistudio.ppt
http://www.atuttascuola.it/viale/italiano/metodo_di_studio.htm

L'IMPERO ROMANO - GLOSSARIO

A

Acquedotto: canale artificiale per il trasporto dell'acqua a notevole distanza. Erano solitamente sotterranei o su viadotti ad archi.

Anfiteatro: arena scoperta di forma ovale con vari ordini di gradinate, destinata agli spettacoli pubblici, ai combattimenti tra gladiatori e alle lotte con animali feroci.

B

Basilica: imponente edificio pubblico all'interno del Foro romano. Aveva funzione di municipio e tribunale.

Biga: veicolo leggero trainato da cavalli, impegnato in guerra o nelle gare di velocità.

C

Circo: pista utilizzata per le gare dei carri, circondata da gradinate per il pubblico.

Centuria: unità dell'esercito costituita da 80-100 uomini.

Coorte: unità dell'esercito romano, a volte formata da 500 uomini.

F

Foro: la grande piazza centrale, tipica della città romana.

G

Galera: nave da guerra a remi.

Groma: strumento che i tipografi romani utilizzavano per misurare gli angoli retti e verificare che le strade fossero dritte.

I

Imperatore: somma autorità, sovrano di un impero.

Impero: insieme di territori assoggettati all'autorità di una singola persona o di un governo.

L

Latifondo: grande estensione di terreno, dimore e cascinali di proprietà di un singolo o di un gruppo di persone.

Legione: unità dell'esercito romano costituita esclusivamente da cittadini romani: nessun altro poteva farne parte.

Lino: pianta, i cui steli sono utilizzati per la produzione di un tessuto che prende il medesimo nome.

M

Mosaico: tecnica decorativa che utilizza quadratini o cubetti di vetro, di pietra o di terracotta inseriti in uno strato di malta fresca.

P

Precettore: insegnante personale, che provvedeva all'educazione dei fanciulli benestanti.

R

Recluta: cittadino chiamato dal governo per essere arruolato nell'esercito.

S

Sacrificio: uccisione di un essere vivente in onore delle divinità.

Stola: lunga veste indossata dalle donne romane sopra la tunica.

T

Tablino: era il locale della casa adibito al ricevimento degli ospiti e allo studio.

Testuggine: schema difensivo in uso nell'esercito romano, attuato allorchè i soldati avanzavano vicini gli uni agli altri sollevando gli scudi sopra la testa.

Toga: abito di lana bianca indossato dalle persone più abbienti.

Triclinio: la sala da pranzo dei romani. Il nome deriva dai tre letti disposti attorno alla tavola sui quali ci si adagiava durante i pasti.

V

Villa: residenza di campagna, ornata di mosaici e affreschi. Le ville facevano spesso parte di un latifondo.